30 Ottobre 2024

Basket: origini dello sport che ha fatto impazzire l’America

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James Naismith

Le origini del basket

Ci chiediamo spesso chi abbia inventato cosa, e per lo sport non è così semplice avere delle risposte chiare e definite. Ad esempio non ci sono notizie ufficiali su chi abbia tirato il primo calcio ad un pallone con l’intento di metterlo in rete, né tantomeno su chi abbia per la prima volta sfidato qualcuno con una racchetta da tennis e una pallina.

Per il basket invece le cose sono ben diverse: abbiamo una data, un luogo e, addirittura, un inventore ufficiale.

Tutto cominciò nel lontano dicembre del 1881, a Springfield, negli Stati Uniti. L’inverno nel Massachusetts non è roba semplice, le temperature sono rigide e anche fare sport può diventare complicato.

In quel periodo, a capo del dipartimento di educazione fisica dell’International YMCA Training School di Springfield, un college privato cristiano, c’era Luther Halsey Gulick il quale, stanco di vedere i suoi ragazzi svogliati dinanzi ai soliti esercizi ginnici, decise di affidare al neo arrivato prof. James Naismith, il compito di inventare una nuova attività da far svolgere ai ragazzi durante i mesi invernali. Naismith dovette letteralmente spremersi le meningi per tirar fuori un’attività invernale da far praticare tra le quattro mura di una palestra ma che potesse essere poi messa in pratica anche in primavera, magari all’aperto, in modo tale da non vanificare gli sforzi fatti durante gli allenamenti invernali.

Da dove comincereste voi per inventare uno sport? Semmai dovessero chiedervelo, il metodo Naismith consiglia di partire dallo strumento da utilizzare: lui scelse un banalissimo pallone. Semplice da portare, non pericoloso, economico, facilmente reperibile e, soprattutto, permetteva a tutti di giocare contemporaneamente senza dover aspettare il proprio turno.

Trovato lo strumento, occorreva decidere cosa farne. Naismith prese ispirazione dai più noti sport di squadra dell’epoca, ovvero il calcio, ormai sempre più diffuso nella Vecchia Europa, e il Football Americano. Ma ad aiutarlo a completare l’opera furono i ricordi dell’infanzia, di quegli interi pomeriggi trascorsi a giocare a “Duck on a Rock”, antico gioco il cui senso era “lanciare” (in quel caso una pietra, sostituita per ovvi motivi da un pallone) e “centrare” (in quel caso un’altra pietra posta su un pezzo di tronco o di roccia, sostituita poi degnamente da un cestino per frutta, l’antenato dell’attuale canestro). Fu così che nacque ufficialmente il Basketball.

Scaturita l’idea, inventare regole fu poi semplicissimo. Inizialmente erano solo 5, ovvero:

  • Il pallone poteva essere toccato solo con le mani;
  • Potevano muoversi in campo solo i giocatori che non avevano il pallone tra le mani;
  • Ai giocatori era consentito spostarsi in qualsiasi direzione nel campo;
  • Non era consentito il contatto fisico tra i giocatori;
  • La palla doveva centrare un cestino di vimini, posto in alto.

La prima partita ufficiale fu giocata il 21 dicembre del 1891 dal “First Team”, un gruppo di 18 ragazzi, divisi in due squadre. Incredibile ma vero, il match finì solo 1-0, come una qualunque partita di serie A degli anni ’90. Ma nonostante questo i ragazzi si innamorarono di questo sport, che si diffuse rapidamente in tutte le Università degli Stati Uniti. A segnare il primo e unico punto di quella partita, nonché il primo canestro della storia del basket, fu William Richmond Chase. A lui l’onore di salire sulla scaletta per recuperare il pallone dal cesto di vimini come se fosse un trofeo. Per i canestri bucati nella parte inferiore bisognerà aspettare ancora qualche anno.

L’inventore ufficiale del Basket, James Naismith, non era statunitense. La patria dell’NBA, la nazione del mondo che ogni anno da decenni sforna campioni indimenticabili, la nazione col maggior numero di tifosi, incassi e sponsor, non ha inventato il Basket, ma deve tutto ad un piccolo trentenne canadese, trasferitosi da poco negli States, laureato in Medicina e che, quasi per hobby, insegnava educazione fisica nei college e a cui, in suo onore, ogni anno da ben 60 anni, viene dedicato il Premio Naismith, assegnato al miglior giocatore della NCCA (National Collegiate Athletic Association, l’associazione atletica nazionale dei college).

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